Intervista di Simone Tomei a Bruno de Simone, uno dei bassi buffi fra più importanti del panorama belcantistico.
BERGAMO – Incontrai il baritono Bruno de Simone nel marzo 2017 al Teatro dell’Opéra di Monte-Carlo nell’occasione della sua partecipazione in Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini. Durante i giorni di quell’allestimento monegasco, gli proposi di realizzare un’intervista per poter permettere ai miei letori di conoscere a tutto tondo un artista che ha fatto della musica, del canto e del teatro una ragione di vita; le vicissitudini della mia vita personale e gli impegni del mio ospite hanno fatto sì che questo ameno confronto si dilatasse un po’ nei tempi, ma adesso, in occasione del debutto bergamasco del 25 novembre 2017 nell’opera rara Che Originali! di Simon Mayr, questo incontro ha potuto realizzarsi e di seguito potete leggerne i frutti.
Caro Bruno, citare il tuo curriculum mi sembra piuttosto banale, preferirei che fossi tu a farci una sommaria carrellata della tua vita che poi opportunamente approfondiremo cammin facendo.
Ho scoperto di avere il requisito primario dopo la voce per svolgere questo lavoro, la musicalità, all’età di 11 anni quando dopo aver sentito i dischi d’opera che mio fratello maggiore comprava in edicola, mi chiudevo nella mia stanza e ripetevo a memoria il primo atto di Rigoletto o di Traviata… cantando con voce reale allora di tenore: il che faceva presupporre che in età adolescenziale si mutasse in baritono o basso. Ecco che iniziai a studiare canto con una docente che insegnava a Napoli arte scenica ma che in realtà era una ottima docente di canto già collaudata da mia cugina soprano che debuttò allo Sferisterio di Macerata ne “I Pagliacci”: quindi passione familiare! Vinti tra i 19 e 22 anni sei concorsi di canto, debuttai ed iniziai la carriera parallelamente agli studi umanistici ed universitari. Ed ecco che da 38 anni sono ancora sul palcoscenico…
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