MATILDE DI SHABRAN, Rossini Opera Festival di Pesaro. 2004

MATILDE DI SHABRAN, Rossini Opera Festival di Pesaro. 2004

“Al centro dell’opera, però, sta l’originalissima figura di Isidoro, spiantato poeta napoletano arguto, pavido e opportunista: Bruno de Simone ne fa un capolavoro che non dimenticheremo mai più”.
Giancarlo Cerisola, Classic Voice

 

“In testa al cast, la scrittura musicale che ne forma il substrato teatrale ma che assolutamente abbisogna d’interprete adeguato per venir fuori, m’induce a porre l’Isidoro di Bruno de Simone. Sua cifra vincente è l’averne fatto non l’ammiccante, facile, scanzonata macchietta che, nel sollecitare i ricordi d’innumerevoli stereotipi da tutti portati sepolti nella memoria, sollecita riso immediato: bensì un Pulcinella, senza maschera ma identica fame atavica, intridendone però pavidità servile e arte d’arrangiarsi con la rabbiosa melanconia propria del mordace gestire di Totò. Nell’aria d’entrata, le secche, acidule fiondate di quel “che fame!” che solca l’intera secolare tradizione del grandissimo teatro napoletano, mordono nel tessuto musicale in apparenza giocondo ma nella realtà addirittura tragico, con forza strepitosa. Poi le fenomenali dizione, musicalità, fantasia nell’articolare ogni sillaba d’ogni parola e ogni frase senza mai usare le pinzette dell’intellettuale, bensì la vivida intelligenza del grande animale da palcoscenico. In breve: Rossini ha creato un capolavoro, ma di quelli…che senza un artista di tale livello non verrà mai riconosciuto come tale”.
Elvio Giudici

marco

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